Luisa Emanuele
Università degli Studi Giuglielmo Marconi
Dottorato di ricerca in scienze umanistiche
Guergana Radeva: uno spirito proteiforme
Il romanzo Preghiera di sangue si rivela molto interessante per la commistione di generi letterari e, dunque, per l’intertestualità. Le relazioni che il testo intrattiene con i suoi materiali intrinseci sono di tipo paratestuali e metatestuali, infatti, la scrittura si muove tra noir, romanzo gotico, autobiografia, thriller psicologico, ed è ulteriormente arricchita da elementi religiosi, artistici, astrologici, esoterici e simbolici. A tenere coese tutte queste componenti c’è la vivida fantasia della scrittrice, che costruisce, passo dopo passo, una sorta di puzzle, in cui i pezzi sembrano combaciare, per poi distruggere ogni apparente certezza attraverso la rivelazione di una verità inaspettata ed imprevedibile. La narrazione non si limita a ricomporre razionalmente i motivi del delitto, come in un semplice giallo, ma tende a mettere in evidenza le cause psicologiche che determinano un comportamento.
Guergana Radeva sonda, in maniera chiara e dettagliata, gli abissi dell'animo umano e il groviglio di una mente oscura. L’Apocalisse, il libro più enigmatico e controverso della Bibbia a livello interpretativo, diventa una sorta di movente per l’assassino, che uccide e sacrifica vittime innocenti, in nome di un amore deviato e devastante. Già nel titolo, l’autrice delinea l’ambiguità insita nell’essere umano, in quanto la “Preghiera”, che rimanda al campo religioso e che, nell’immaginario collettivo, attiene alla sfera del Bene, si combina col “sangue”, che riconduce invece al Male. Ciò indica l’assenza di un reale confine tra Bene e Male e, al contrario, prospetta una contaminazione quasi perenne delle due forze.
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