Recensione a cura di Raffaele Taddeo

 



Guergana Radeva
Preghiera di sangue
Gruppo editoriale Mauro Spagnol, 2021

Il testo di Guergana Radeva può essere definito un classico giallo con un serial killer, tanti lugubri omicidi e forze della polizia che non brillano per la loro sagacia. La caratteristica di questo giallo è data dal contesto biblico-scritturale in cui si consumano queste efferate uccisioni. Sembra che l’assassino persegua una linea tracciata dai testi sacri che gli indicano quando e dove uccidere. La polizia annaspa e deve essere illuminata da una non più giovane donna bulgara.  Nel corpo delle forze dell’ordine si sviluppano guerre intestine, i responsabili e gli agenti sono persone indecise, gli interrogatori inutili e insulsi. Il giallo sembra risolversi non perché qualcuno delle forze dell’ordine è riuscito a fare chiarezza, ma per l’intervento di un esterno, anzi di quello che inizialmente era stata una vittima mancata del serial killer. Fin qui la prima parte della vicenda del romanzo-giallo. Ma una seconda parte sovverte completamente l’ordine con cui sembrava essersi risolta la vicenda. Chi doveva essere una vittima è in realtà il serial killer al di là di ogni congettura e ipotesi.
Non mi soffermo sul casus che provoca il rovesciamento della prospettiva, che lascio al lettore interessato, ma alla figura del killer, non tanto  sul piano della sua caratteristica psicologica, ma dal suo aspetto fisico.

Ho appena finito di leggere un pamphlet della scrittrice Nadeesha Uyangoda dal titolo emblematico L’unica persona nera nella stanza.  Questa autrice mette in evidenza il fatto che molto spesso la neritudine o negritudine sia di per sé un elemento di incarnazione di ogni male possibile. L’essere nero vuol dire essere discriminato, essere relegato a livello di inferiorità. Ebbene in questo giallo l’unica persona nera è proprio il serial killer.

È un caso? Non lo so. Ritengo che in noi bianchi, americani o europei, agisca un’inconscia attitudine al razzismo, retaggio storico di lungo periodo, che ci ha condotto dapprima alla pratica della tratta dei neri, poi a politiche coloniali, e infine a leggi razzistiche che hanno fatto di noi europei, a metà del ventesimo secolo, dei mostri incivili, dimentichi di tutto il retaggio che la civiltà greca e quella rinascimentale avevano lasciato.

Il romanzo-giallo Preghiera di sangue, molto interessante sul piano dell’intreccio, del legame fra azioni delittuose e detti scritturistici, che merita di essere letto e gustato nella sua capacità di distogliere e rilassare la mente, poi alla fine sembra scadere in un bieco e sordido razzismo, non dichiarato, non esplicito, e tuttavia presente. Questo fatto lascia la bocca amara e alla fine si va a rileggere chi sia l’autore e si riscopre che appartiene ad un territorio dell’Europa continentale. Forse ancora una volta, forse molto inconsciamente, si predica la bontà del bianco a scapito del nero. 

Raffaele Taddeo

Dicembre 2021





Raffaele Taddeo

E’ nato a Molfetta (Bari) l’8 giugno 1941. Laureatosi in Materie Letterarie presso l’Università Cattolica di Milano, città in cui oggi risiede, ha insegnato italiano e storia negli Istituti tecnici fin dal 1978. Dal 1972 al 1978 ha svolto la mansione di “consulente didattico per la costruzione dei Centri scolatici Onnicomprensivi” presso il CISEM (Centro per l’Innovazione Educativa di Milano). Con la citata Istituzione è stato coautore di tre pubblicazioni: Primi lineamenti di progetto per una scuola media secondaria superiore quinquennale (1973), Tappe significative della legislazione sulla sperimentazione sella Scuola Media Superiore (1976), La sperimentazione nella scuola media superiore in Italia:1970/1975. Nell’anno 1984 è stato eletto vicepresidente del Distretto scolastico ’80, carica che manterrà sino al 1990. Verso la metà degli anni ’80, in occasione dell’avvio dei nuovi programmi della scuola elementare, ha coordinato la stesura e la pubblicazione del volumetto una scuola che cambia. Dal 1985 al 1990 è stato Consigliere nel Consiglio di Zona 7 del Comune di Milano. Nel 1991 ha fondato, in collaborazione con alcuni amici del territorio Dergano-Bovisa del comune di Milano, il Centro Culturale Multietnico La Tenda, di cui ad oggi è Presidente. Nel 1994 ha pubblicatp per il CRES insieme a Donatella Calati il quaderno Narrativa Nascente – Tre romanzi della più recente immigrazione. Nel 1999 in collaborazioone con Alberto Ibba ha curato il testo La lingua strappata, edizione Leoncavallo. Nel 2006 è uscito il suo volume Letteratura Nascente – Letteratura italiana della migrazione, autori e poetiche. Nel 2006 con Paolo Cavagna ha curato il libro per ragazzi "Il carro di Pickipò", ediesse edizioni. Nel 2010 ha pubblicato per l’edizione Besa "La ferita di Odisseo – il “ritorno” nella letteratura italiana della migrazione".

In e-book è pubblicato "Anatomia di uno scrutinio", Nel 2018 è stato pubblicato il suo romanzo "La strega di Lezzeno", nello stesso anno ha curato con Matteo Andreone l'antologia di racconti "Pubblichiamoli a casa loro". Nel 2019 è stato pubblicato l'altro romanzo "Il terrorista".

http://www.el-ghibli.org/preghiera-di-sangue/

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