Intervista per ThrilleNORD

 


A tu per tu con l’autore

A cura di Stefania Ceteroni


 



La primissima cosa che mi è saltata agli occhi nella lettura del libro è il grande lavoro, la grande conoscenza delle scritture, dell’Apocalisse in particolare, che la storia ha richiesto. Questo libro nasce da una sua passione per questi temi?

Sono cresciuta nella Bulgaria del cosiddetto socialismo reale, di conseguenza ho avuto un’educazione atea. E visto che nulla stimola la curiosità meglio di restrizioni e tabù, la mia è stata attratta dalla storia delle religioni e dell’esoterismo. Mi sono avvicinata all’astrologia prima dell’era dei computer quando la carta natale si tracciava con compasso e goniometro in mano. Strada facendo ho scoperto l’astrologia antica e da lì è nata l’idea di un’interpretazione astrologica dell’Apocalisse di Giovanni. Una ricerca alquanto speculativa che mi ha portato dove non avrei mai pensato: alla stesura di un noir e alla curiosità per la simbologia occulta nell’arte rinascimentale. A questo proposito, ricordo che da ragazzina feci una fila di svariate ore per vedere alcune tele di Leonardo giunte a Sofia dal Louvre. Negli anni ottanta, grazie al ministro della cultura  Lyudmila Zhivkova, ci fu una ventata di novità nella vita artistica bulgara. Figlia del leader comunista Todor Zhivkov, aveva carta bianca e risorse finanziarie consistenti, così alla Galleria d’arte nazionale iniziarono ad arrivare opere di Perugino e Antonio da Correggio, Rodin, Renoir e Chagall, Picasso, Mirò e Dalì. Piccoli capolavori che giungevano alla spicciolata e che io contemplavo con un’emozione che non avrei più provato nemmeno nelle sale sontuose dei grandi musei europei. Probabilmente in questa mia fame d’arte giovanile sta la chiave della dimensione artistica dei miei scritti.

  

Molto affascinante un personaggio femminile che ha un ruolo importante pur non essendo protagonista: la nonna. Non dico niente di più specifico per non togliere il gusto della lettura. Come la descriverebbe, in tre parole?

Erudita, salace, combattiva.

 

 

Una curiosità su di lei: è una scrittrice riflessiva o istintiva?

Riflessiva nelle descrizioni, però istintiva nella trama. In genere procedo senza scaletta, con un’idea alquanto vaga del finale. In compenso, rileggo spesso e riaggiusto a ritroso. È una modalità lenta, posso impiegare anni per finire un romanzo.

 

 Durante la stesura di un suo libro… musica o silenzio? Confronto continuo con qualcuno o scrittrice solitaria?

Silenzio, e quando manca, riesco a crearlo mentalmente. Mi immergo in me stessa, estraniandomi da ciò che mi circonda. Il confronto mi confonde, lo apprezzo solo a stesura finita.

 

 A chi suggerisce la lettura di Preghiera di sangue? C’è una categoria di lettori che ha avuto in mente durante la stesura del romanzo?

Consiglierei il libro al lettore curioso, aperto ad un genere che travalica i canoni. Il mio primo romanzo era esoterico, il secondo – satirico, il terzo – erotico, tutti accomunati da un filo noir. Questo, invece, è un thriller venato di erotismo, esoterismo e, a tratti, sardonico. Forse il mio essere scrittrice migrante comporta una contaminazione culturale che si riflette anche nel métissage dei generi oppure è semplicemente il mio modo di raccontare la vita in perenne bilico fra bene e male, concetti oggi volubili più che mai. D’altronde, a dirla con Zygmunt Bauman, essere morali non significa necessariamente essere buoni.


http://thrillernord.it/intervista-a-guergana-radeva/

 

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