Viene ogni giorno... - 365 racconti erotici per un anno, Delos Books



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One shot
Spaesata nell’oscurità, la mano indugia sulla pelle nuda e prima di raggiungere il pube, risale di nuovo, incerta, come se aspettasse indicazioni. La bocca umida cerca la sua, ma lei si scosta, orfano il bacio sfiora il lobo dell’orecchio e sulla scia dell’eccitazione il corpo di lui si rivolta supino, liscio e cieco nella morsa vellutata delle ginocchia. I seni oscillano e sfiorano le labbra mentre le cosce si aprono per accogliere il sesso proteso. Scivola lentamente come un guanto bagnato, saggiandone la forma, su e giù, a spinte lunghe e calde, ma appena lo sente scalciare dentro di sé nel tentativo di imporre un ritmo tutto suo, pare desistere, quasi fermarsi. Lui percepisce la sua esitazione, si acquieta sotto di lei e si lascia in balia all’ondeggiare, prima placido, poi sempre più rapido, risucchio vorticoso senza fondo e senza fine… per poi risalire lentamente, sfibrato e sazio, come una medusa portata inerte dalla corrente.
Quando si sveglia, lui non c’è. Chiarore morbido filtra attraverso le tende leggere e languida lei si alza, apre la finestra, si siede sul davanzale, inspira. Accende una sigaretta e inspira ancora, stavolta con piacere. One shot. L’emozione fresca e incondizionata della notte prima e ultima. Senza speranze, senza aspettative e di conseguenza senza rimorsi o rancori. Amplesso fugace, nebbia opalescente d’alcol e solitudine, condensata nella perla del capriccio istantaneo. In lontananza, dietro i filari di cipressi, il campanile violetto fende il cielo. Appena arrivata, si era concessa un giro del paesino e i viottoli lastricati l’avevano condotta in piazza, e nella piazza c’era il solito circolino con le solite seggiole impagliate, i vecchietti intenti nella briscola interminabile, il ragazzino solitario al flipper e il grappolo di giovani attorno al tavolo da biliardo. Per un po’ aveva seguito le traiettorie raccapriccianti delle biglie, al secondo bicchiere di vino la sua attenzione si era spostata dalle macchie del panno verde alle stecche. Si era sentita attratta da una in particolare, lucido mix policromo di legni intrecciati. Si era avvicinata indifferente e senza guardare lo sconosciuto, gli aveva infilato nella tasca dei jeans il bigliettino dell’albergo. Stasera, aveva scritto, a mezzanotte. Non accendere la luce. Era stato puntuale. Silenzioso. Discreto.
Accende un’altra sigaretta, schiude le gambe e lascia correre la brezza sulla pelle nuda, maculata dei morsi rosa dell’alba.

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