AMALGRAB ovvero lo specchio delle brame. Perché amalgrab?

“Chiamano la pars celati amalgrab, che è la virtù interiore…” scriveva mille anni fa il filosofo arabo Ja’far ibn Muhammad Abù Ma’sar al-Balkhì.
Amalgrab, ovvero al-maghrib, il Ponente, l’ombroso luogo del tramonto, l’assenza, il segreto. L’inconscio occultato nella notte dell’anima. Il mistero dietro lo specchio per chi come Alice osa sbirciarci o meglio, come la matrigna perfida di Cenerentola impara a parlarci. Relazionarsi con l’inconoscibile, riesumare il turpe e l’innominabile? Gioco macabro o azione virile? Virtù, dal latino vir, uomo e vis, forza. Ci hanno inculcato che l’oscurità è vizio e la luce – virtù. Che l’attività è bene, la passività – male.
Ma è davvero così?
Questi e altri interrogativi pruriginosi fra le pagine poco ortodosse di Amalgrab

Commenti